All’interno della mia carriera come fotografo food ho instaurato collaborazioni significative con rinomati marchi del settore della produzione di bevande, aziende specializzate nella creazione di cocktail e protagonisti del settore enologico; per loro ho dato il mio contributo professionale mediante la mia fotografia commerciale.
In queste circostanze ho elaborato creazioni fotografiche per suggestive campagne pubblicitarie di prodotti commerciali e foto di prodotto pensate per la vendita online di aziende italiane di rilievo. La mia esperienza si estende dalla collaborazione con imprese del settore, in cui posso creare servizi fotografici still life mirati a generare immagini accattivanti per la promozione di nuovi prodotti o per il consolidamento del marchio. Un percorso professionale che per molti versi si discosta dalla fotografia del cibo per prendere strade altrettanto affascinanti e di grande potenza creativa.
Ma cosa vuol dire davvero lavorare per questo settore in fotografia?
Sebbene vi siano molte differenze rispetto alla food photography, quando mi occupo di beverage parto dallo stesso approccio: dall’allestimento del set all’illuminazione, dalla cura dei dettagli delle bevande alla fase di post-produzione e, insieme a un team di esperti, mi occupo di ogni aspetto del processo per catturare scene mozzafiato, sia in modalità dinamica che in uno stile realistico.
In queste esperienze ho potuto imparare che il settore beverage è una di quelle categorie in cui la fotografia si dimostra in tutta la sua energia, però oltre allo stile specifico che ogni fotografo può conferire al proprio shooting beverage, è necessario conoscere alcuni principi di base per approcciarsi al meglio a un set del genere.
Nelle campagne fotografiche beverage infatti rientrano diverse categorie: il vino, i drink e cocktail e le bevande confezionate. Queste categorie vengono solitamente approcciate con shooting di tipologia differente:
- il wine studiato per conferire un racconto ampio sul procedimento che porta al prodotto finale;
- il wine inteso come bottiglia ed etichetta, elaborato tramite uno still life puro, ovvero con uno scatto tecnico;
- le bevande confezionate (succhi di frutta, bevande gassate ecc..) su cui si lavora prettamente per realizzare fotografie pubblicitarie;
- cocktail e mixology, in cui si crea una situazione fotografica che si inserisce a metà tra la campagna pubblicitaria e il racconto del prodotto e della sua preparazione.
Diversi obiettivi strategici che concorrono alla realizzazione tecnica di diversi scatti fotografici.
Fotografia nel settore wine tra tradizione e still life
Andando per gradi quindi, quando è un viticoltore o una cantina a chiamarmi per uno shooting fotografico sul vino, quello che cerco di fare sempre è legare il prodotto alla tradizione da cui è nato, alla sua provenienza geografica e soprattutto al processo di produzione che sta dietro: raccolta, processo di fermentazione, imbottigliamento e invecchiamento.
A questa prima fase di ambientazione, un buon fotografo deve sempre abbinare anche la narrazione dell’etichetta, il biglietto da visita di ogni vino e di ogni cantina. Perciò è necessario mettere in evidenza la creatività e il nesso tra la grafica concepita per una determinata bottiglia, il contesto e anche la gestazione dell’etichetta.
In questo contesto ho come priorità lo studio ben preciso della luce, sia per poter mettere in evidenza le siluette ed etichetta della bottiglia, che l’ambientazione generale da cui il consumatore può trarre l’anima stessa del prodotto che poi comprerà, tra mille, sullo scaffale.
Da non dimenticare è il bisogno di molte cantine di realizzare uno shooting still life, su sfondo bianco; si tratta in sostanza uno scatto tecnico che non lascia molto spazio allo stile e alla creatività, ma che è estremamente utile per esercitarsi nel padroneggiare la luce. Questi scatti vengono spesso e volentieri utilizzati per supportare gli e-commerce, sempre più comuni nel settore wine e che, in qualche modo devono differenziarsi per qualità rispetto alla moltitudine di shop online presenti sul mercato.
Avvicinarmi a questa tipologia di fotografie, non consueta nella food photography, ho potuto comprendere al meglio come poter dominare la luce anche in situazioni difficili e al limite, che mi sono tornate utili in
altri contesti. Sebbene in questo caso la creatività venga meno, lo studio e la tecnica fotografica si potenziano al fine di dare un risultato davvero professionale al cliente che ha necessità di vendere e di differenziarsi.
Lo shooting dei drink ambientato nel contesto
Per i cocktail e altri prodotti più commerciali, anche confezionati, è necessario creare un impatto forte, per questo la tecnica che mi piace utilizzare maggiormente è quella dello “splash”, molto potente e che può sottolineare il carattere intenso di alcune bevande. Lo “splash” inoltre, dà un effetto suggestivo ed è un ottimo modo per realizzare campagne pubblicitari che devono catturare subito come nella cartellonistica stradale.
Tuttavia è obbligatorio tenere presente che una tecnica del genere non è per nulla semplice da realizzazione. Io in queste situazioni preferisco lavorare per fasi: la prima prevede la realizzazione di un bozzetto fatto a matita di ciò che dovrebbe essere l’ambientazione e il movimento del prodotto poi, una volta terminata questa prima fase, proseguo con una serie di scatti che mi diano il prodotto in diverse posizioni; infine in post-produzione chiudo la mia foto con l’effetto “splash”.
Nella situazione appena descritta la fotografia è frutto di uno studio tecnico intenso e lungo, dove per una foto possono volerci anche diverse ore.
Mentre per uno shooting mixology la sfida è affascinante e creativa; infatti per catturare la magia e l’estetica di cocktail elaborati, è fondamentale prestare attenzione ai dettagli. Prima di tutto, la scelta del bicchiere o del contenitore giusto è cruciale per esaltare la presentazione.
Quando mi trovo di fronte ad un cocktail, mi rendo conto che gli aspetti da tenere in considerazione per la narrazione sono moltissimi. In questo caso infatti non è solo la bevanda in sé a essere la protagonista, ma anche l’ambientazione, il professionista che la prepara, come la prepara e lo stile generale a cui si ispira il locale che la somministra.
Nell’ambito della mixology è possibile osare molto di più negli scatti, con visioni dal basso e tagli netti, che rendono la scena più decisa e dinamica.
Giocando con l’angolo di ripresa e la posizione degli elementi, si possono ottenere scatti vibranti e accattivanti. Inoltre, il momento perfetto per catturare il cocktail è quando gli ingredienti si fondono o quando vengono aggiunti elementi visivamente interessanti, come il ghiaccio o le decorazioni. Infine, la post-produzione può essere utilizzata per perfezionare l’immagine, regolando colori e contrasto per ottenere uno scatto irresistibile che rende omaggio all’arte della mixology.
Nel mondo intrigante e in costante evoluzione della fotografia nel settore delle bevande, mi sento privilegiato a catturare l’essenza, l’arte e la storia che ogni singolo drink racchiude. Con la mia lente, trasformo liquidi in opere d’arte visiva, creando immagini che risvegliano i sensi e la curiosità. Queste immagini non solo comunicano il prodotto, ma narrano storie, trasmettono emozioni e invitano a degustare con gli occhi prima di farlo con il palato. In un mondo sempre più visivamente orientato, il mio obiettivo è far emergere la bellezza e l’unicità di ogni bevanda, trasformando ogni scatto in una porta d’ingresso verso un mondo di esperienze gustative e visive straordinarie.