La fotografia food è un settore molto in crescita anche per i suoi aspetti interessanti che si combinano assieme all’estro e alla creatività dello chef e del fotografo.
Ho già parlato di cosa s’intende per fotografia food e di come dal mio punto di vista ci si debba approcciare nell’articolo Cos’è la food photography e perché usarla, oggi invece entriamo più nel dettaglio, con la mia esperienza tecnica di fotografo del food.
Come abbiamo avuto modo di vedere, il mio lavoro di fotografo food ha il compito di sopperire alla mancanza di gusto, dei profumi e del tatto nelle foto di cibo attraverso la composizione e la luce. Nonostante queste mancanze, la fotografia del cibo può avere un impatto visivo vicino a quello che avremmo se lo vedessimo dal vivo. L’essenza del fotografare un piatto sta nell’equilibrio unico tra ingredienti e forme che porterà chi guarda a voler correre nel ristorante in cui il piatto è stato preparato.
Oggigiorno le più comuni motivazioni che portano a scattare immagini di cibo sono davvero tantissime, per esempio:
- un blog di cucina;
- la condivisione del momento in un ristorante;
- il ricordo di un piatto tipico durante una vacanza.
E potrei continuare all’infinito, ma non lo farò, perché dopo questa lunga lista ci sono io, con la passione viscerale per il cibo e per tutto quello che sta dietro e dentro di esso. Le domande che mi balenano quando mi approccio ad un nuovo progetto sono: come un piatto è stato pensato? Qual è il vero rapporto che intercorre tra lo chef e la creazione?
Questo per spiegare che un approccio simile è ben diverso rispetto a quello che mi spinge a condividere una foto su Instagram solo per ricordare il momento. SI tratta di un vero e proprio storytelling, ma in ottica di fotografia commerciale.
Proprio da queste necessità di narrare in senso commerciale, è nata l’esigenza di alcuni chef, soprattutto stellati, di farsi seguire da un fotografo del cibo a tempo pieno, con il vantaggio immediato di poter avere una identità coerente e forte. Infatti avere un fotografo al proprio seguito che non cambia, salvo imprevisti, vuol dire poter creare un unico progetto fotografico, con uno stile che non ha sbalzi, ma che anzi, che va a rinforzare lo storytelling dello chef che raggiungerà una memorabilità elevata, essendo riconosciuto più facilmente grazie alle foto realizzate.
S’intende quindi che chi pensa che sia sufficiente un cellulare di ultima generazione per poter realizzare uno shooting fotografico di qualità si sbaglia enormemente. A volte, è complesso anche con una reflex al collo, uno schema luci definite e anni di studio!
Vediamo quali sono alcuni elementi indispensabili per realizzare un buon lavoro di fotografia gastronomica.
Fotografia di prodotti alimentari, come iniziare
Come ho accennato, per tutti coloro che vogliono iniziare ad approcciarsi alla professione di food photographer, il primo passo è lo strumento, cioè la macchina fotografica. Consiglio infatti di scegliere una macchina di buon livello che possa seguire le evoluzioni che farai con le tue capacità. Tuttavia è bene sapere che anche con un oggetto di livello altissimo è possibile fare errori; se non ti guardi intorno infatti è come avere una Ferrari e girare nel vialetto di casa.
Quindi cosa fare? È semplice: osservare. In particolare può essere altamente formativo osservare il lavoro di fotografi professionisti molto quotati, lasciandoti ispirare dalle loro scelte di luce, di inquadratura e di composizione. Comprenderei punti di forza, ma anche quelli di debolezza di coloro che sono gli interlocutori più importanti della fotografia del cibo.
Perché è molto importante fare questo esercizio? Io lo faccio spesso, perché la maggior parte delle foto food professionali che vengono realizzate per reportage o per pubblicità che vediamo, sono frutto di uno studio intenso, di analisi, di contesto e anche del concept che si vuole esprimere.
Perché faccio questo? Principalmente perché il mio obiettivo è rendere ogni progetto unico, differente, sicuramente negli anni ho acquisto una certa nota stilistica, ma questo non appiattisce mai il mio lavoro, anzi, lo arricchisce.
L’osservazione è la matrice per poter individuare questo percorso di idee, fondamentale per qualsiasi progetto fotografico di qualità.
Andando più nello specifico il mio set fotografico si compone pezzo dopo perzzo, c’è inazittuto una parte di backstage fondamentale alla riuscita di tutto, infatti spesso i piatti vengono trattati con prodotti non commestibili, in questo caso si tratta di appetising, con il fine di rendere il più duraturo possibile un piatto… Almeno per quei momenti, non fugaci e dedicati allo scatto.
Questo approccio non esiste per i ristoranti. Qui l’aspetto del piatto dipende quasi esclusivamente dalle capacità di chi lo realizza. In questo caso la foto deve essere scattata nel più breve tempo possibile, per non intaccare la composizione ed evitare che la pietanza subisca le normali alterazioni.
Un elemento molto importante in questo settore è quella di imparare sia la terminologia che le tecniche della cucina. Questo rederà il lavoro molto più semplice e la sinergia tra chef e fotografo impeccabile. In fondo l’obbiettivo di questi progetti è anche rendere la personalità dello chef nello scatto del piatto.
Per l’allestimento del set, sono consigliabili sfondi neutri o naturali, perché il cibo ha necessità di esaltarsi, quindi in questo modo potrai portare in evidenza le sfaccettature del piatto e la consistenza. Inoltre, uno fondo neutro evita che l’occhio venga disturbato da altri elementi e si concentra solo sul soggetto principale.
Arriviamo alla regina del set: l’illuminazione. Con il food la luce deve essere totalmente studiata e controllata, sia nel caso di luce naturale che in quella artificiale, in cui i dettagli devono essere pensati uno per uno.
Se si sta realizzando uno shooting fotografico food in un ristorante allora questo aspetto può essere gestito più liberamente in quanto sono possibili diverse situazioni di luce. Generalmente però le luci dei locali non sono il massimo, io mi faccio aiutare da dell’attrezzatura che al fotografo non può mancare:
- specchi;
- pannelli riflettenti;
- flash;
- diffusori della luce;
- pannelli riflettenti;
- cavalletti.
Tutti elementi che permettono di aggiungere la luce dove scarseggia, in alcuni casi però si sfrutta anche l’effetto controluce o la luce laterale per dare più pathos e profondità alla composizione.
La cosa più importante quando ti stai approcciando ad un lavoro di fotografia per il cibo è la creatività, che nasce dal grade sodalizio tra due artisti: lo chef e il fotografo, quindi la potenza comunicativa e creativa si amplifica enormemente.
Per dare il giusto valore alla composizione potrebbe esserti utile inserire qualche elemento umano: mani, gesti che interagiscono con la composizione e sezioni di volti. Il tutto non deve mai sbilanciare l’attenzione, ma focalizzarsi sempre sul soggetto principale, il nostro piatto gourmet.
Oltre al valore umano, potrebbe essere utile inserire degli accessori che riscaldano l’ambientazione. Penso al legno, piatti vintage di sfondo, tovaglioli o cucchiai in stile fanno si che il piatto sia all’interno di una vera e propria scenografia, questi dettagli sono anche la chiave per rendere il progetto unico.
Attrezzatura nella fotografia del cibo
Potrebbe sembrarti la nota dolente, ma in realtà diventare food photographer ha molte difficoltà, ma l’attrezzatura non è tra queste.
Per poter iniziare non hai bisogno di uno studio fotografico, ma sicuramente di una reflex o di una mirrorless con regolazioni manuali.
Il secondo elemento è l’obiettivo luminoso, con il tempo capirai quello che preferisci, ma di base devi avere un 50mm ovvero l’obiettivo più simile all’occhio umano. Un altro obiettivo interessante può essere il 60-105mm che ha un’apertura di f/2.8.
Per la fotografia di prodotto in generale e in particolare per quella del food il treppiede è una condizione importante. Infatti, in questo caso la nitidezza è un elemento imprescindibile perché permette di vedere nel dettaglio tutti i colori e le caratteristiche del cibo immortalato.
I diffusori per la luce, sono quell’attrezzatura che in una fase iniziale può essere di difficile gestione, ma in realtà è utilissima per indirizzare e modellare la luce. Inoltre sono strumenti economici e versatili. Possono essere applicati davanti ad una lampada oppure davanti ad una finestra, insomma su qualsiasi fonte di luce; hanno la capacità di modificare la luce rendendola soffusa così da ridurre le ombre troppo nitide.
È molto importante partire con l’approccio giusto perché permette di dare inizio sin da subito ad un lavoro professionale, essere soddisfatti di quanto si è realizzato non fa solo bene all’autostima, ma anche al prossimo lavoro da accogliere.
Per questo oggi mi fermo qui, so che è necessario far sedimentare le informazioni affinché poi possano essere usate con coscienza, ma sia chiaro, queste appena elencate sono solo le prime indicazioni per affrontare un shooting fotografico del food di alta qualità.